Cari Nihonjini, vi è mai capitato di essere
in viaggio in un paese straniero e non avere la più pallida idea di cosa fare
di bello la sera, non conoscendo il posto e non sapendo quali sono le cose
fighe che gli abitanti del luogo amano fare per scampare alla monotonia della
routine? Ecco, a me questa cosa è capitata ben più di una volta, soprattutto in
terra nipponica, nonostante le millemila cose che, in realtà, ci sarebbero da fare,
soprattutto se vi trovate nella mastodontica capitale. Per fortuna, non ero
sola nella mia avventura alla ricerca di un po’ di svago tra lavoro ed impegni
universitari, così grazie a mia moglie Riku, alla mia amica Aiko ed alle loro
immense conoscenze nel campo dell’intrattenimento edochiano, ho avuto modo di
scoprire che Tōkyō possiede più risorse di quante non ci si aspetti, e che è in
grado di stupire con la sua fantasia e le sue idee geniali! La prima volta che sono
andata in giro per Tōkyō con l’espertissima Aiko mi ha, infatti, trascinata nel
magico universo dei locali a tema giapponesi,
quella che è poi diventata per me una specie di inusuale droga della quale non
ho più potuto fare a meno. Ed essendo entrambe appassionate di visual kei e gothic lolita, il primo locale a tema che ho visitato nella mia
vita non poteva che essere il Christon di Shinjuku, in cui ho portato a
trascorrere piacevoli – ed anche un po’ inquietanti – serate a più amiche e
ragazzi di quanti non ne abbia portati in vita mia alla pizzeria sotto casa! Cos’ha
di speciale il Christon per avermi letteralmente conquistata? Bè, per un’amante
del gothic è presto detto: l’interno
sembra quello di una chiesa sconsacrata! E chi non pensa sia una figata
pazzesca, è perché sicuramente non ha un’anima.
Pareti affrescate
con immagini sacre, lapidi, teschi ed altari all’ingresso, poltrone sfarzose,
tende di velluto rosso e lampadari cosparsi di ragnatele all’interno, una
bambola impiccata all’ingresso dei bagni; trovandomi immersa in un ambiente in
grado di offrire tutto questo, mi sono amaramente pentita di non aver indossato
il vestito loli che tengo in serbo per
le occasioni speciali! La musica in sottofondo, perfetta per entrare nel mood giusto, sembrava una di quelle
melodie macabre che i vampiri spesso suonano nei film, ma la parte che mi ha
letteralmente fatta sbarellare è stato il menù, con una lista di drink dai nomi
particolari, come Dark Baider, ed il… ghiaccio fosforescente!
Decisamente uno
dei miei locali esoterici preferiti di tutta Tōkyō, anche se non sarà mai
strabiliante come quello in cui mi ha trascinato, invece, Riku: il Vampire Cafe
di Ginza! Ecco, dovete sapere che il Vampire Cafe ha pressappoco l’aspetto
della mia casa ideale, frequentata dai miei amici ideali, con la mia musica
ideale. All’ingresso, parti anatomiche dall’aspetto decisamente realistico sono
poste di fianco alle poltrone d’attesa, mentre sul pavimento è dipinta una
sfilza di cellule ematiche. L’interno, che è il trionfo della morte, è illuminato
con vere e proprie candele, grazie alle quali i privé, disposti in circolo attorno alla sala e da questa separati
con un tendaggio in velluto rosso, riemergono dall’oscurità che tutt’attorno
impera. Una bara, posta di fronte ad un grosso ed antico specchio e ricoperta
di rose rosse, ci ricorda che siamo esseri mortali, a differenza dell’affascinante,
misterioso e spaventosamente bono Vampire Rose, che si occupa di servire ai
tavoli, assieme alla vampira proprietaria del locale. Inutile, poi, stare a
dirvi quanto siano meravigliosi i piatti e i drink che vengono serviti in
tavola! Vi basta dare un’occhiata qui sotto al buonissimo tiramisù-cimitero, che
mi sono strafogata nonostante stessi esplodendo per il troppo cibo, ed al delicatissimo
White Virgin, di cui mi sono praticamente drogata a profusione ogni volta che
sono ritornata in quel macabro ed affascinante posto!
Discostandoci dal
tema esoterico, ma restando comunque ancora nell’universo dark, il mio terzo locale a tema preferito è sicuramente il Lock
Up, in particolare quello di Ueno! A tema prigione, il Lock Up è uno spasso già
prima di entrare, perché l’ingresso che non è così semplice da trovare: ricordo
che la prima volta sono scesa nel cunicolo sotterraneo, in cui c’era un mostro
orrendo ad accogliere me e la mia amica, sono quasi diventata scema a capire
dove cavolo si bussava per farci aprire, e m’è quasi preso un infarto quando è
improvvisamente suonata una sirena prima che una ragazza vestita da poliziotta arrivasse
a ammanettarci e condurci alla nostra cella! I tavoli sono, come potrete
immaginare, piccole carceri, illuminate da luci fioche ed addobbate con quadri a
dir poco inquietanti. Alcune hanno delle piccole finestrelle, da cui ogni tanto
possono spuntare delle mani mostruose per toccarti i capelli, mentre alle volte
può capitare di avvertire una folata di gelo improvvisa, perché probabilmente…
un fantasma ti è appena passato di fianco! Il menù credo fosse il più
divertente tra tutti quelli dei locali visitati, con nomi altisonanti del tipo “polpette
del giudizio” (così piccanti che, mamma mia, prima m’è mancato il fiato e poi
ho avuto come l’impressione di star per sputare fuoco), mentre è stato un vero
spasso crearmi da sola i drink che ho bevuto, con fialette e contagocce che
sembravano gli strumenti da laboratorio di uno scienziato pazzo. Un posto in
cui sono tornata spessissimo perché, andiamo, non è il solito locale dove ti
siedi a strafogarti il tuo bel panino con la porchetta e te ne torni poi a casa
come se niente fosse!
In quarta posizione
ci schiaffo, invece, il mio locale a tema nerd
preferito tra i miei locali a tema nerd
preferiti: l’Eorzea Cafe di Akihabara. E so già che i fan di Final Fantasy XIV
staranno urlando e strappandosi i capelli di testa come feci io quando, all’ingresso,
mi trovai di fianco ad Kyactus gigante! Diversamente dagli altri locali, in cui
si entra alla maniera tradizionale, l’Eorzea può essere visitato unicamente su
prenotazione e si può usufruire della sala per due sole ore. È un grande
sbatti, soprattutto se si hanno difficoltà col giapponese, ma vale davvero la
pena visitarlo almeno una volta nella vita, se siete come me fan della saga. L’interno
imita alla perfezione il magico mondo di Eorzea, con moguri svolazzanti, vetrate colorate, una mappa del continente,
armi e quadri raffiguranti i personaggi di rilievo della landa finalfantasiana.
Al centro della sala c’è una postazione computer, in cui è possibile collegarsi
col proprio account e continuare una
partita lasciata precedentemente in sospeso. Il menù, ovviamente, è pieno di
cibi e drink che richiamano razze, classi e bestiario della saga, ma la cosa
più fantasmagorica è che, con ogni pezzo ordinato, si riceve un sottobicchiere
raffigurante uno spirito d’invocazione, tra Shiva, Garuda, Bahamut, e tanti
altri ancora! Cioè, non è una roba pazzesca? Credo di aver speso all’Eorzea
Cafe interi patrimoni, e pazienza per la conseguente povertà – si campa una
volta sola e le occasioni vanno sfruttate fino a che se ne ha la possibilità!
Infine, in ultimo
– ma non per la minore importanza – devo troppo menzionare un altro locale a
tema per appassionati di videogiochi che ho amato alla follia: il Capcom Bar di
Shinjiku. Anche questo locale si può visitare solo previa prenotazione, ma
anche in questo caso è valso ovviamente la pena lo sbatti per procurarsi i
biglietti. L’interno del locale è il trionfo del modellismo dedicato all’universo
Capcom, e tra Devil May Cry, Resident Evil e Basara ce n’è davvero per tutti i
gusti! Il menù è interamente dedicato ai personaggi dei diversi giochi
sviluppati dalla famigerata casa di produzione, e la cosa che ho trovato più
emozionante è stato il fatto che, ad ogni ordinazione, il cameriere che serviva
al tavolo citava una delle frasi famose del personaggio a cui il drink o la
pietanza era dedicata! Immaginate quindi la mia voglia di saltargli addosso
quando ha cominciato ad imitare il mio amato Leon S. Kennedy – a momenti
rischiavo di finire in prigione per ninfomania.
È, dunque, questa,
cari Nihonjini, la top five dei miei locali a tema preferiti
sparsi in territorio edochiano! Ovviamente, oltre a questi ce ne sono moltissimi
altri e davvero per tutti gli hobby e le passioni, ma se siete amanti come me
di roba strana, inquietante, misteriosa e nerdacchiosa, mi concederete che
almeno una volta nella vita posti come questi andrebbero visitati per non rischiare
di pentirsene un giorno sul letto di morte.
E con questa
perla di scemenza finale, vi lascio anche questa volta invitandovi a scrivermi
o commentare, se aveste qualcosa da raccontare!
Dal paese di
Dareka anche questa volta è tutto.
Mata ne!
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